Il profeta Geremia ci guida a affrontare l'intimidazione spirituale e a riprendere la posizione profetica del discepolo missionario di Cristo
Nel Libro di Geremia, incontriamo un profeta che ha conosciuto l’intimidazione e la paura esistenziale. Geremia, figlio di Helkia, appartenente alla tribù di Beniamino, visse in tempi difficili. La sua voce profetica risuonò quando il regno di Giuda si trovava in una fase di relativa pace e prosperità, grazie al buon governo del re Giosia. Tuttavia, la sua missione non fu facile. Egli doveva annunciare la fine imminente di Gerusalemme, la distruzione del Tempio e l’esilio del popolo. Questo compito lo portò a sperimentare l’intimidazione spirituale, la prova e l’opposizione.
"Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me. Quando parlo, devo gridare, devo proclamare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome!». Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo" (Geremia 20,7-9).
1. “Troppo giovane” – La sfida dell’intimidazione
"«Ahimé, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono troppo giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono giovane, ma va' da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò»." (Geremia 1,6-7).
Geremia si sentiva inadeguato, troppo giovane per la chiamata che Dio gli aveva affidato. Nel suo libro autobiografico, descrive la sua vocazione nel 626 a.C. e la sua solitudine a causa del messaggio impopolare che doveva portare: "Non mi sono seduto per divertirmi nelle compagnie di gente scherzosa, ma spinto dalla tua mano sedevo solitario, poiché mi avevi riempito di sdegno" (Geremia 15,17). Come i discepoli di oggi, anche Geremia si trovò di fronte a una scelta: cedere alle difficoltà di una società secolarizzata e agnostica, all’intimidazione satanica che lo voleva bloccare o abbracciare la sua missione profetica che veniva da Dio. Dio gli disse: «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato, ti ho stabilito profeta delle nazioni ». (Geremia 1,5). Queste parole rivelano che Dio non guarda all'altezza, all’età, alle competenze o alle capacità umane, ma alla potenza della sua chiamata divina.
2. “Riceverete la forza dallo Spirito Santo” – La risposta alla paura
"Non si vanti il sapiente della sua sapienza, non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco della sua ricchezza. Ma chi vuol vantarsi, si vanti di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, e di queste cose mi compiaccio" (Geremia 9,22-23). Geremia non affrontò l’intimidazione da solo ma con la forza della Parola di Dio che ci dà lo Spirito Santo. Dio gli promise la forza dello Spirito Santo. Questa stessa Parola agisce ancora anche per i discepoli di Gesù Cristo dopo la Pentecoste. Quando ci sentiamo inadeguati o spaventati, possiamo rivolgerci allo Spirito Santo per ricevere coraggio, saggezza e audacia. La preghiera, la meditazione sulla Parola di Dio e la vita sacramentale sono i canali attraverso cui lo Spirito Santo opera in noi.
VIENI SPIRITO SANTO !
3. “Fino ai confini della terra” – La missione universale
"...Ti ho stabilito profeta delle nazioni" (Geremia 1,5). La missione di Geremia non era limitata a Gerusalemme o alla Giudea. Dio gli disse: «Vai da chi ti manderò e dirai tutto ciò che ti ordinerò» (Ger 1,7). Questa chiamata alla missione universale si applica anche ai discepoli missionari di oggi, i cristiani che oggi più che mai sono chiamati a riprendere questa posizione profetica! Non siamo chiamati solo a testimoniare Cristo nel nostro ambiente familiare o nella nostra comunità locale, ma fino ai confini della terra, da un punto di vista geografico ma anche, grazie alla tecnologia, nei social network. La missione della Chiesa è universale e senza confini geografici, culturali o di rete.
In conclusione, come Geremia, anche noi dobbiamo affrontare l’intimidazione spirituale e riprendere la nostra posizione profetica come discepoli missionari di Cristo nel fuoco dello Spirito. Non siamo soli in questa sfida. Lo Spirito Santo ci sostiene, e la nostra missione è universale. Che possiamo essere testimoni coraggiosi, portando la luce di Cristo ovunque, fino ai confini della terra.
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