Dietro l’abito, un cuore umano
- P. Baldo Alagna

- 6 juil.
- 3 min de lecture
Una parola di p. Baldo Alagna sulla dipartita di don Matteo, 35 anni.

In questi giorni, il suicidio di don Matteo Balzano ci ha colpiti al cuore. Un giovane prete, apparentemente pieno di vita, amato, coinvolto nella comunità, che ha scelto il silenzio tragico di una stanza di canonica. È un colpo al petto per tutti noi sacerdoti, ma anche per la Chiesa intera, popolo di Dio. Un grido che non possiamo ignorare.
Sono prete da anni, e da anni cammino con tanti fratelli nel ministero, tra fuochi di gioia, bellissime esperienze, burn out e deserti interiori.
Sì, perché occorre dirlo : il ministero sacerdotale è meraviglioso, ma anche fragile, profondamente umano.
Dietro l’abito c’è un uomo. Un figlio. Un fratello. Un cuore e dopo un padre!
Don Matteo, prima di lasciarci, ha confidato a una parrocchiana: “Nessuno sa l’inferno che uno ha dentro”. Queste parole sono vere. Dolorosamente vere. E non possiamo fare finta di nulla. Il sacerdote non è un supereroe. Non è un distributore automatico di grazie o di sacramenti. Non è un risolutore universale di conflitti e di problemi. non è il guaritore di ogni malattia. È un uomo chiamato da Dio, che ogni giorno lotta per rimanere fedele... a Dio, agli altri, a sé stesso.
Eppure, quanti giudizi, quante accuse gratuite, quante solitudini. Quanti sorrisi mascherano notti oscure, aspettando una parola vera, un abbraccio fraterno, un momento di ascolto sincero.
Cari fedeli, non lasciateci, noi, i sacerdoti da soli, MAI ! Non idealizzateci, ma amateci. Non pretendete la perfezione, ma accompagnateci. Chiedetevi: “Chi si prende cura del sacerdote come persona, e non solo come funzione?”
Cari confratelli sacerdoti, non basta celebrare insieme o condividere una locandina. Dobbiamo guardarci negli occhi, parlarci cuore a cuore, confessarci le nostre fatiche. La fraternità sacerdotale non è un extra: è la nostra salvezza. Nessuno si salva da solo. Se uno cade, tutti barcolliamo. Se uno si perde, tutti dobbiamo cercarlo.
Cari vescovi, abbiamo bisogno di voi non solo come superiori o manager, ma come padri e fratelli. Non bastano direttive o turni coperti. Occorre uno sguardo che scende nel cuore, che sa chiedere: “Come stai davvero?”... Matteo manifesta che ci sono preti stanchi, affaticati, delusi, scoraggiati, che hanno bisogno di ascolto e di uno spazio sicuro per guarire.
Eppure, fratelli e sorelle, nonostante tutto, io oggi voglio testimoniare una gioia profonda: Cristo è con noi! Anche nella notte, anche nella prova, anche quando tutto sembra crollare, il ministero sacerdotale è un tesoro prezioso. Non lo cambierei con nulla al mondo. Ho visto vite risorgere, cuori guariti, giovani infiammati dallo Spirito, comunità trasformate dall’Eucaristia. Ho pianto davanti all’altare, sì, ma sempre con la certezza che il mio nome è scritto nei cieli.
Questa è una grande possibilità di pregare per i sacerdoti. Di amarci di più. Di non aspettare il dramma per svegliarci. Ma soprattutto vi chiedo: diventiamo tutti custodi gli uni degli altri. come scriveva il mio fratello don Pasqualino di Dio, siamo custodi gli uni degli altri. Solo così la Chiesa potrà risplendere di quella luce vera che scaturisce dalle nostre ferite trasformate in grazia.
Don Matteo, grazie. Con la tua vita – e con la tua morte – ci hai ricordato quanto è importante pregare perché il Padre "invii operai nella sua messe" e che nessuno possa più restare indifferente davanti alla necessità del proprio impegno missionario e dell'attenzione anche davanti alla fragilità di un presbitero. Ora sei nel cuore del Padre. Intercedi per noi. RIP.
P. Baldo Alagna
sacerdote









